Pillole di Sociale/ Appunti e considerazioni sulle linee guida sulla valutazione di impatto sociale
Da qualche tempo a questa parte si è diffusa una tendenza a trasferire sul terzo settore approcci gestionali e strumenti tipici del mondo profit. Dal punto di vista del mondo cosiddetto profit, il terzo settore appare poco efficiente, sottocapitalizzato, frammentato, a volte privo di competenze manageriali di alto livello.
Esiste un desiderio genuino da parte del mondo del management e dell’economia, di mettere a disposizione di questa realtà le proprie competenze e esperienze nel tentativo di migliorarlo. Così come un desiderio altrettanto genuino, da parte di alcuni rappresentanti e operatori del Terzo settore, di accrescere la rilevanza economica del settore.
Il grande equivoco di chi opera da una parte o dall’altra, sta nella parziale comprensione di che cosa sia realmente il terzo settore. L’idea diffusa è che obiettivo del terzo settore sia esclusivamente quello di produrre servizi laddove il mercato non interviene o, come capita sempre più spesso, laddove il pubblico non riesce più ad arrivare. Secondo questa interpretazione, il valore sociale di una organizzazione di terzo settore è cioè riconducibile esclusivamente all’oggetto dell’attività cui si dedica e non alla sua natura e caratteristiche soggettive.
In Italia il terzo settore si è invece sempre distinto per rappresentare una opportunità di partecipazione democratica della cittadinanza alla crescita sociale e culturale del Paese. Il comma 4 dell’art. 118 della Costituzione riafferma questo principio, quando richiama l’azione delle istituzioni per favorire la partecipazione dei cittadini al bene comune “Stato, Regioni, Città Metropolitane e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse regionale, sulla base del principio della sussidiarietà”.
La partecipazione è pertanto un valore che consente di accrescere il capitale sociale delle comunità, favorendo il diffondersi dei valori di solidarietà, coesione, fiducia, responsabilità, e consapevolezza, del sentirsi parte attiva dei processi di cambiamento della società.
Questo è in fin dei conti il principio che connota il mondo del terzo settore, in particolare in Italia, e a livello internazionale. Gli elementi che caratterizzano l’identità delle organizzazioni di terzo settore nel nostro Paese sono da ricercare, nei meccanismi in grado di assicurare la partecipazione dei suoi associati attraverso strutture e regole di governance che favoriscono il pluralismo, il dibattito, l’ascolto, la condivisione e la democraticità delle scelte. Se si è capaci di cogliere questo grande valore che il terzo settore è in grado di generare, che va ben al di là dell’erogazione di un servizio, si può meglio comprendere cosa questo apporta al mercato, alla società, alla cittadinanza.